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Il “Gioco del Mondo” o “Campana” è uno dei più antichi di cui si ha memoria. 

Nella sua geometria perfetta secondo gli assi ortogonali Nord - Sud, Est - Ovest e Nord Est - Sud Ovest, Nord Ovest - Sud Est ricostruisce la rappresentazione del Cosmo stesso, nella volontà e nel tentativo di conoscere e scoprirne le leggi che lo governano. 

Nell’Era in cui l’uomo non riusciva a spiegare le forze della Natura quali vento, tempeste, alluvioni, attribuendo tali fenomeni ad entità malefiche, costituiva una sorta di pratica sacrificale e propiziatoria volte a placarne l’ira. 
Se ne ha memoria nello sciamanesimo quale ritualità finalizzata a liberare l’anima rapita da forze oscure per riportarla alla guarigione. 

Lo sciamano era l’unico in grado di compiere, con tre salti, il lungo e faticoso viaggio negli abissi, un viaggio pieno di ostacoli, che nella Campana sono identificabili nel fuoco delle candele poste lungo le linee di demarcazione delle caselle. 

Esotericamente è metafora del Viaggio Iniziatico, un cammino faticoso verso il centro nella profondità del Sé, che presuppone solitudine e spersonalizzazione per lasciare il posto all’Universalità e quindi al raggiungimento della Gnosi.

Ogni salto in una nuova casella presuppone il superamento di un ostacolo, il perseguimento di una vittoria.

Lo sciamano, nel primo salto, recita: “col primo salto raggiungo i rami del cielo alto”.
Nell’esoterismo corrisponde alla “pietra grezza”, alla brutalità della materia, alla Forza, al riconoscimento della massa informe, alla consapevolezza e presa di coscienza di una realtà.
L’iniziato impara a vedere.

Il secondo salto è quello più difficoltoso per lo sciamano, che recita “col secondo salto raggiungo le grotte, di là dalle nuvole bianche”.
Corrisponde alla “pietra cubica”, la pietra levigata, la Bellezza divina della forma, quella realtà che, dopo la presa di coscienza, si impara man mano a modellare, scavando nella caverna del proprio io più intimo, valutando altri punti di vista, correggendo i nostri difetti.

Il terzo salto è quello catartico in cui lo sciamano recita: “col terzo salto raggiungo lo spirito che stavo cercando”.
Attiene alla Saggezza, in quell’ imprescindibile equilibrio tra mente e cuore.
Il cuore, come un tesoro prezioso, va trattato con delicatezza e purezza, tutelato e protetto sotto una campana di vetro, trattato con guanti bianchi.

Solo quando Forza, Bellezza e Saggezza saranno perseguite in egual misura, l’uomo sarà in grado di percepire l’Armonia Perfetta.

Modellare una Pietra Informe, riorientare il nostro Essere verso il centro, il nostro Cuore, per darle Senso – Vita – Luce nella purezza e perfezione della Pietra Cubica: questo è il Cammino Iniziatico.

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